Rimasti estasiati, nel DiretTour, alla Pizzeria La Dea Bendata, al Corso Umberto I 93, a Pozzuoli dalla Maestria di Ciro Coccia, dato che questi  non sono solo occasioni per testare, ma anche ispirazioni, abbiamo voluto capire di più riguardo il Suo Storytelling del food.

Paradossalmente ha inizio prima che lui nascesse, agli inizi del ‘900. Quando Fortuna, nonna e capostipite della famiglia di Pizzaioli, apre il suo omonimo locale alle spalle della Stazione Centrale di Piazza Garibaldi a Napoli. Si trattava di un’attuale trattoria, all‘epoca definita Vini e Cucina. Gli avventori, all’epoca erano in cerca di attività che fornissero pasti caldi e soprattutto era un luogo in cui poter mangiare comodi all’epoca una rarità. Ed è così che parte lo Storytelling del food.

Ma i tempi corrono e le mode cambiano. Nel dopoguerra il locale di Fortuna, preso in gestione dai figli, diventa Ristorante e Pizzeria. Lì Ciro Coccia inizia a maturare una passione per la Pizza, crescendo tra lieviti e impasti da pizzeria.

Ma lui è il terzo di quattro fratelli, dopo aver fatto tanta gavetta. Lavora, nel “dare la voce” (richiamando l’attenzione dei passanti con frasi a effetto)  al banco esterno (contenente le cosiddette pizze a portafoglio). Non basata per dar vita ad uno Storytelling del food, così poi arriva al banco della Pizzeria di papà Antonio.

Così la gavetta, pare completa e sentendosi forte della pluridecennale esperienza acquisita ricoprendo tutte le mansioni all’interno di una pizzeria.

Quindi Ciro nel 2013 decide di iniziare nella zona del lungomare di Pozzuoli un percorso completamente nuovo puntando tutto su l’altissima qualità delle materie prime, scelta coraggiosa in periodo di crisi ma che si rivela da subito vincente, e soprattutto di tecniche innovative. Agendo così, riesce ad accrescere la fama, perché produttori di una Pizza dall’ottima digeribilità dell’impasto, che lievita per circa 24/36 ore, completamente a temperatura ambientale e senza utilizzo di frigo, raggiungendo una perfetta maturazione, fa il resto.

Eugenio Fiorentino

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