Alla Pizzeria Fratelli Salvo, che sia a Napoli, via Riviera di Chiaia 271, o San Giorgio a Cremano, largo Arso 10/16, tra le Pizze, o meglio, tra i cavalli di battaglia, garantiscono sempre la Pizza Cosacca

Con Salvatore Salvo, attraverso un suo reel su Facebook, abbiamo finto un’interviewstory, scoprendo tanto altro in più della Pizza originaria e della Sua( realizzazione e segreti di gusto ed impasto).

Scorgendo anche che, si tratta di una Pizza più antica anche della Margherita, perchè all’inizio la Pizza era solo pomodoro. Ma poi nel 1834, a Napoli c’erano ancora i Borboni e venne in visita lo Zar Nicola di Russia. Così la Città, per omaggiare l’importante visita, oltre che con i cavalli di bronzo esposti al Palazzo Reale

fonte immagine https://press.russianews.it/press/doni-imperiali-dello-zar-napoli/

aggiunsero alla loro tipica Pizza al pomodoro, grattugiando del cacio, affinché simboleggiasse la neve, cosicché fosse dedicata alla Corte dei Cosacchi della Russia.

La Storia ormai è il passato così una Cosacca al presente, ma soprattutto alla Salvatore Salvo, non è da poco. Così dopo tanta storia trascorsa adesso la si deve scrivere, e, per essere ancora ben gustata è preparata così.

In  un  contenitore acqua tiepida di rubinetto, sale artigianale, in egual modo farina tipo 0 e farina tipo 00. Iniziando a miscelare il tutto. Poi si deve aggiungere il lievito e in un litro di acqua, c’è necessità di 1 grammo di lievito da sbriciolare mentre l’impasto è ancora un pò liquido. Non appena prende più forma e si raggruppa di più lo si stacca dal contenitore, avvolgendolo un pò su stesso per far assorbire l’umidità. Si deve continuare finché è fine in mano e non si sentono grumi, lavorando per una giusta elasticità. Non appena l’impasto raggiunge la consistenza che si desidera, resta a riposo, in un luogo fresco, non caldo, per 16/17 ore e in cui soprattutto non ci siano sbalzi di temperatura. Così l’idratazione sarà intorno al 60/70 %, ed un impasto lievitato in massa, così la pasta è morbida. Staccandolo lo si lavora, anche se leggermente “appiccicoso”.

fonte immagine https://www.facebook.com/photo?fbid=724316306392500&set=a.595528465937952

Si fanno le pagnotte per un impasto tra tradizionale e classico.

Così poi dietro al bancone, bisogna stendere l’impasto dal centro all’esterno, in maniera omogenea. Ma i gusti restano antichi ma sono reinterpretati e più giovanili. Così per il sugo si usa il pomodoro di Corbara, e per la neve, invece del cacio, del Pecorino a latte crudo di Bagnoli irpino.

 

Non resta che essere in Pizzeria per gustare  questa bontà storica ma, soprattutto, citando un post Facebook di Salvatore: “Voi come la definireste? Tradizionale o contemporanea? Oppure, come noi, semplicemente *napoletana”, ma

alla volta.

 

Eugenio Fiorentino

 

 

 

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