La domenica è tipicamente dedicata alla famiglia, così per il pranzo si punta a posti tranquilli, come ho dimostrato su Instagram, perché garanti di Ristorazione tradizionale, per gustare meglio certi sapori, come i proposti al Ristorante Vittoria a via Piscicelli 34.

Infatti è possibile gustare lì una delicata pasta alla Genovese. Questo essendo un sugo di gusto molto forte perché intensamente napoletano, non è mai facile.
Ma che strano, un sugo che si chiama Genovese è napoletano? Domanda giusta è lecita, ma la denominazione là si deve al cognome dello Chef creatore, di origini napoletane. Si tratta nient’altro di un sostanzioso ragù bianco, perché preparato con tantissime cipolle.

La cottura dolce e prolungata può consentire a queste di sfaldarsi. Ottenendo così una purea cremosa, saporita e dolce al tempo stesso, perfetta per accogliere il vostro formato di pasta preferito.

. Questo aspetto tradizionale va sempre rispettato! Infatti va dimostrato in ogni sua riproposizione. Proprio come fanno al suddetto, che preferiscono la Pasta De Cecco nel formato Mezza zita tagliata n°117

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Riuscendo, senza esterni aiuti, che la cipolla cacci tutto il suo sapore creando un sugo misto alla carne, un delicatissimo spezzatino, che lega al meglio con questo, riuscendo ad accompagnare il vero gusto.

Aspetto davvero importante perché la cipolla ha liberato con le proprie forze, riesce a dare al sugo quel sapore agrodolce. Riuscendo a rappresentare, in qualche modo, in maniera compiuta la vera essenza della cucina napoletana. La carne dev’essere spezzatino, perché la ricetta basa i suoi sapori non sulla carne ma sull’eterno e insoddisfatto desiderio della stessa, che un tempo era alimento per ricchi mentre i poveri si dovevano contentare degli scarti.

Infatti con un solo pezzo di carne si insaporiscono ogni mezzo zito, che appagano la fame e i sensi con questo sapore incredibile.

Perché nel caso del Ristorante riesce ad essere tale in primis non dimostrandosi sciacquo ma ben tirato, infatti che la cipolla è riuscita ad impregnare qualsiasi pezzo di pasta. Merito anche della carne all’interno che era morbidissima, e facendo da “spugna” ne ha mitigato la forza, distribuendo il gusto in tutta la pasta.

Eugenio Fiorentino

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