I susamielli sono dolci natalizi a forma di “S” tipici napoletani, classici sulle tavole partenopee durante il periodo delle feste. Realizzati da e in tutte le Pasticcerie, ma ci sono alcune, come la Pasticceria Marco Benincasa, in Via Santa Teresa degli scalzi 128, che eccellono nei sapori tipici, insieme ai raffiuoli, mustaccioli, roccocò e struffoli.

Quindi, entriamo in Pasticceria.

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Ma

essendo conosciuti anche come “sapienze”, i susamielli creano confusione. Erano preparati già nel 1600 dalle Suore Clarisse del Convento di Santa Maria della Sapienza. Loro acquisirono il primato della loro fabbricazione in una variante di forma ellittica, in onore di Luigi Settembrini, scrittore e patriota napoletano vissuto nella prima metà dell’Ottocento. La bontà resta ed è napoletana! Così rientrano tra i dolci tipici napoletani del periodo natalizio. Ed il buon Marco, fedele alla Tradizione li realizza sempre come Lei vige.

Così, perdendo mai la suddetta, perchè si narra che il dolce fu realizzato a forma di “S” sin dalla prima volta.

Ma le origini della ricetta risalirebbero, invece, all’Antica Grecia, ai biscotti rituali preparati in onore delle divinità dei Misteri Eleusini, Demetra e Core. Questi dolci, a base di sesamo e miele, venivano portati in omaggio nel grande santuario come simbolo dell'”aidoion muliebre”. Il loro nome, dal greco “sesamon“, risalirebbe, secondo al latino tardo “sesamun+mel” (sesamo e miele).

Ma la tradizione ci riporta tre versioni di questo dolce: “i susamielli dello zampognaro”, realizzati con farina grezza e ingredienti riciclati (come bucce di agrumi) donati agli zampognari che passavano nelle case annunciando il Natale o al personale di servizio; “i susamielli del buon cammino”,  donati a frati e a preti nel periodo delle feste, ripieni di marmellata di amarene e “i susamielli nobili”, preparati con farina bianca di prima qualità, pisto (una miscela di spezie in polvere) e pasta ‘ammennola (pasta di mandorle), destinati alle famiglie nobili.

Tra queste tante versioni, Marco preferisce la Tradizione, cioè l’incontro tra miele, mandorle e cacao per essere per davvero uno dei dolci natalizi simbolo della tradizione napoletana.

Eugenio Fiorentino

 

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