La Pasticceria Mignon( i dolci piccoli), incredibilmente gode di un avvincente Storytelling del food perchè non si limita ad offrire solo un gusto più concentrato.

Infatti non bisogna lasciare al caso alcun aspetto nel settore, che può sembra scontato o consequenziale.

Entrando in una qualsiasi Pasticceria il banco frigo, nota tutte le idee bontà proposte in versione mignon dalla Pasticceria del caso. Che sia un dolce comunemente torta, ma trasformato. in bignè, come nel caso della Red Velvet della Pasticceria Marano Luigi.

La grande varietà invita ad essere sempre alla ricerca del dolce perfetto che coronasse un’occasione speciale. A chiunque posi gli occhi su quelle piccole dolci e colorate creazioni, viene una voglia irrefrenabile di dolce!

Ebbene sì, la pasticceria mignon è decisamente irresistibile.

Che sia una coccola da concedersi sia durante una passeggiata per svago o da ritorno dal lavoro. O sia a una festa, come aggiunta al dolce principale della serata.

Ma da cosa nacque l’idea di realizzare questi mini-bignè molto apprezzati dai napoletani? 

Si tratta di un dolce per beneficenza e celebrità.

Il nome piccola pasticceria ha un aspetto importante, che non è tanto consequenziale o scontato.

Si deve al francese Petit four, Piccolo Forno, un apparecchio diffuso nel XVIII secolo. Con questo erano realizzate queste deliziose porzioni di dolci in piccole dimensioni.

In realtà l’origine della piccola pasticceria, nota più comunemente come pasticceria mignon, risale ai secoli del Medioevo. Precisamente ai tempi delle abbazie e i conventi.

Infatti, in questi posti non mancavano mai vari ingredienti per realizzare diversi piatti. Proprio qui nacque l’usanza di realizzare piccoli impasti di pane e miele, ma talvolta anche con marmellata o vino. Poi i monaci donavano in beneficenza ai pellegrini in viaggio.

Con l’arrivo degli arabi nella penisola mediterranea, la ricetta di queste piccole torte fu rivisitata.

All’impasto originali vi furono aggiunti nuovi ingredienti, come datteri e scorze d’arancia. In Italia, con l’utilizzo del marzapane, divennero comuni dolci dall’impasto più duttile, come i mostaccioli o le offelle.

Si realizzavano piccole frittelle dall’impasto a base di zucchero, mandorle e uova. Quelle che ora sono comunemente note come “Pan del Doge”, chiamate così in onore del signore di Venezia.
Il rinascimento dei dolci: frolla, sfoglia e amaretto dalle tavole francesi a quelle d’Europa

Il maggiore successo della piccola pasticceria fu raggiunto, in Francia, nel XIV secolo.

Lì nacque la tradizione di farcire i pasticcini con crema e frutta. La cultura dei dolcetti raggiunse il suo apice nel Rinascimento, quando Caterina de’Medici. Sposando l’erede al trono di Francia, portò nelle cucine reali il dolce conosciuto attualmente come l’amaretto. Sempre nel rinascimento gli esperti di cucina sperimentarono diverse basi per la pasta, come la frolla e sfoglia. Non a caso la cultura dei “dolcetti” si diffuse in tutta l’Europa. Ancora oggi, per un’occasione speciale, chiediamo di aggiungere un vassoio di pasticceria mignon al conto finale.

Chiara Peluso

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