Nella città di Napoli, le Festività sono importanti e ci sono tradizioni culinarie che hanno scritto uno Storytelling del food, come nel periodo di Pasqua la zuppa di cozze.

Infatti, non è giovedì Santo se non c’è zuppa di cozze. Ormai diventata una tradizione ma è abbastanza antica, affondante le sue radici nella storia dei Borbone e della Napoli a cavallo tra ‘700 e ‘800.

Tutto inizia con Re Ferdinando I di Borbone, uomo golosissimo di pesce e frutti di mare, infatti era solito andare a pescarli con le sue mani nelle acque chiare di Posillipo.  Così volle accogliere un ammonimento del padre domenicano Gregorio Maria Rocco, che lo invitava a combattere il vizio in ogni sua forma, consigliando di non eccedere con i peccati di gola, almeno durante la settimana santa. Così chiese ai suoi cuochi di non servire le cozze con la ricetta sontuosa che egli stesso aveva approntato, “cozzeche dint’a connola”, ma di preparare il mitile in maniera più sobria. Gli ingredienti originali che compongono la ricetta sono però pochi e semplici, come “penitenza” voleva: cozze, pomodoro, aglio, prezzemolo, salsa forte di peperone, altrimenti detta “ ‘o russ”.  Oggi però si è portati ad utilizzare la ricetta più complessa, con freselle, polipetto e perché no, frutti di mare, lumache e gamberi.

Ma, la Zuppa di cozze del Giovedì Santo, è un piatto da Re.

fonte immagine https://www.vesuviolive.it/cultura-napoletana/19717-a-zuppa-e-cozzeche-la-ricetta-tradizionale-napoletana/

Quest’ultimo, da uomo furbo e goloso, trovò il modo per non deludere né padre Rocco né il suo palato. Impose di preparare le cozze in maniera semplice con pomodoro e un olio forte ai peperoni, nacque così la zuppa di cozze del giovedì Santo.

In modo che, Sua Maestà poteva affrontare lo “struscio” del giovedì santo a via Toledo a pancia piena.

Ma si sa che ciò che il popolo segue il Sovrano. Infatti la notizia dell’escamotage trovato dal sovrano si diffuse immediatamente in città e tutti, dalla borghesia al popolo, seguirono l’esempio del re. Da allora non può mai mancare la zuppa di cozze sulle tavole dei napoletani, nel giorno del giovedì Santo.

Col passare del tempo, la ricetta della zuppa di cozze si è modificata per vari motivi. Dovendo essere un piatto per il popolo furono sostituite alle più costose cozze i maruzzielli, ovvero le lumache di mare, adesso semplicemente aggiunte. Ma i più golosi cominciarono, per renderla ancora più sostanziosa, ma sempre a portata del popolo, a mettere del pane nella zuppa di cozze. Questo poi poi è diventato crostino o fresella a seconda dei casi. Come aggiunta di mare i più danarosi ci aggiunsero anche un po’ di polpo.

La Tradizione tuttora resiste ed è forte nella Città di Napoli, così la nostra attività social è da seguire. 

 

Eugenio Fiorentino

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