Il cognome Esposito è forse uno dei più grandi di marchi di fabbrica per i napoletani, per cui diventando: “Ésposito” mette l’accento sulla tradizione, simboleggiando un’innovazione perchè ci si vuole contraddistinguere con il giusto timbro dall’essere un aspetto troppo comune o inflazionato.

La storia del cognome Esposito è articolata e molto legata all’essere orfano nella Napoli antica. Infatti i bambini orfani venivano “espositi” alla folla e poi scelti dalla famiglia nuova.

Questa tradizione si è confermata nel tempo, contraddistinguendo l’intera popolazione, facendo diventare il cognome un altro simbolo della città. Questo finché la prima lettera resta normale, se invece la si accentua, come capita per l‘attività Ésposito

 

 

 

 

vuol dire che la modifica è un qualcosa che rende speciale, come capita da loro, dal momento che la suddetta, che in questo caso è la Tradizione culinaria napoletana viene ritoccata, o meglio accentuata, per essere migliorata quasi per assolutizzare la bontà, rendendola unica e proprio loro.

Forse per il suo essere adiacente alla Facoltà di Ingegneria per attirare l’interesse della gioventù universitaria è stata quasi una scelta obbligata l’essere moderni ma sempre nella Tradizione, magari creando interesse in tutti quei ragazzi, da tempo abituati all’ingegnoso Street food dimenticandosi la storia del gusto napoletano.

Infatti eccellono i gusti napoletani, rivisitati, modernizzati ma non assolutizzati. Perchè per tradizione ogni napoletano è ospitale, con piacere accoglie chiunque. Quindi anche la Tradizione culinaria accetta le novità delle mode, come dimostra un menù ampio e vario, in cui tanta ampiezza non crea distorsioni di gusto, perchè, appunto, la tradizione fa restare salde le redini per la guida della cucina. Come dimostrano alcuni dei piatti più tradizionali della città di Napoli, che restano tradizionali ma al punto giusto nuovi ed inusuali alla tradizione, che comunque accetta!

Questi piatti tradizionali dimostrano un grande legame con l’essenza culinaria e gastronomica napoletana, ma la gioventù nell’interpretazione e nell’esposizione è a dimostrazione di come ringiovanire una tradizione!

Ancora non abbiamo avuto il piacere di provare e ci fidiamo del nostro metro di giudizio visivo. Sicuramente proveremo a testare per raccontare di un pranzo o una cena da gustare lì. Anche se a dir la verità, notando come l’essenza napoletana è molto presente ed evidente, magari anche l’aspetto calorico sarà così, quindi meglio per un pranzo, solo per una questione calorica ed energetica che veicola la pesantezza dei piatti che in foto non sembrano tanto o troppo grassosi da dover appesantire più del dovuto ma, ai posteri, o meglio, ai visitatori l’ardua sentenza

Eugenio Fiorentino

 

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