Della zuppa di cozze vi abbiamo già raccontato la Storia, fatta di vicissitudini regali e quant’altro. C’è un aspetto che dev’essere importante, ovvero la Tradizione!

Così, essendo a conoscenza della bravura dello Chef Claudio Guasco, del Ristorante Gorizia 1962, via Albino Albini 18/20, lo abbiamo scelto. Anche come occasione di visita di eugenio_fiorentino_food_drink del giovedì santo. Per godere a pieno della bravura, inizialmente c’è stata volontà e possibilità di fare un giro “dietro le quinte”, apprezzando come il lavoro si svolgesse seguendo i giusti canoni , dapprima bollendo a puntino le cozze, riuscendo a non stufarle o essere troppo molle, girandole ripetutamente con il mestolo che si nota a riposo. Perché bisogna controllare bene anche un aspetto fondamentale del piatto, , cioè la preparazione del sugo, utile per renderla di gusto forte e per far legare gli altri ingredienti, come polpo, gamberetti. Il risultato è un’estasi di piacere visivo e di gusto. Infatti da e con altre inquadrature  si può notare la ricchezza del condimento, di come sposi bene con il gusto delle cozze, tutte ben aperte. Un aspetto importante per la Tradizione, a mio parere, è come questa sia rimasta una zuppa di cozze e non diventata, l’ormai solita, zuppa di pesce. Polpo e gamberetti nella giusta quantità. Proprio per dare un pizzico di sapore in più. Già merito da attribuire tutto dalle protagoniste della giornata e della zuppa.

Insomma, complimenti allo Chef Claudio Guasco, che non si è lasciato trasportare dalle mode. É riuscito a garantire, nonostante la giovane età, la convivenza tra Tradizione e gusto saziante e attivo della modernità. Una nota a merito è il suo non essere stata una “zuppa forte”, troppo piccante. Si notava l’essenza ben calibrata e stemperata dell’aspetto piccante, riuscendo ad essere un piatto per tutti quelli a cui piacciono questi gusti.

Eugenio Fiorentino

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