Che sia una parmigiana o anche per una pasta alla siciliana, le melanzane si rivelano sempre un ingrediente gustoso capace di creare piatti da Storytelling del food.Come nel caso della Caponata di melanzane.

Anche se servitaci come secondo/piatto unico, questa nasce come un contorno siciliano.

A base di melanzane fritte e arricchito con sugo di pomodoro, olive, capperi, zucchero e aceto. In realtà, si tratta di un piatto non univoco, che varia in base alla zona in cui si cucina.

Dall’antica “Caponata dei ricchi”, adesso “Caponata dei poveri”.

La Caponata ha origini mediterranee.

Le sue prime notizie si aggirano intorno al 1750, risalenti a un testo dell’epoca. É definito come un piatto composto da “varie cose”, tra cui anche carne e pesce.

Pare che anticamente il nome originale del piatto fosse “Capponata”.

Chiamato così per il sugo che accompagnava i piatti a base di carne di varia selvaggina, come fagiani e lepri, oppure la lampuga (o detto anche, per l’appunto, capone), un pesce molto pregiato.

Nel corso del tempo, le persone che non potevano permettersi carne e pesce costosi rivisitarono la ricetta intingendo in quella salsa delle melanzane fritte. Così nacque il mito della caponata così come la conosciamo.

Da Palermo ad Agrigento…fino a Napoli: ad ogni luogo la sua Caponata

La Caponata ha conosciuto, durante la sua evoluzione,  diverse vesti in base al luogo in cui veniva realizzata.

La versione classica e più semplice è originaria di Palermo.

Ad Agrigento, viene cucinata anche con peperoni, miele e frutta secca e in alcuni comuni si prepara la variante a base di carciofi e succo di limone.

Proseguendo in questo tour di varianti meridionali, nella Caponata trapanese non mancano mai le mandorle tostate. A Catania è diffusa la Caponatina, così nota perché, a differenza della tradizionale, non prevede la salsa e vi sono aggiunte le patate al contorno. Nel tempo, gli ortaggi sono fatti a fette più piccole e quindi il piatto è servito in contenitori meno capienti. Una variante simile è diffusa a Messina, dove al posto della salsa compaiono nel piatto i pomodori interi.
Un’ulteriore versione della Caponata non poteva mancare a Napoli, nota oltre che per la sua cultura anche per la varia dieta e la raffinata arte della cucina. Qui può essere gustata una Caponata a base di freselle bagnate con pomodoro, aglio, basilico, e talvolta anche acciughe.
Infine, per la serie di cose che vanno e vengono, alcuni menù propongono anche una Caponata a base di pesce spada, così com’era una volta sulle tavole dei ceti più abbienti.

Chiara Peluso

 

Similar Posts

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *