Nel dialetto napoletano essere la guerra, cioè “Sii a ‘uerr” è per definire qualcosa di bello. C’è una pietanza come la “Pizza fritta”, passata nella guerra per essere così buona, a tratti anche bella, perciò anche in molti ne sono stati attratti, per farle scrivere il proprio Storytelling del food.

Tuttora questa bontà resiste, non a caso l’ultimo DiretTour dimostra che c’è bontà anche attuale e non solo storica.

Bisogna considerare la Pizza come uno dei piatti più amati a Napoli e nel resto d’Italia sin dalla sua nascita. Questa nel corso del proprio Storytelling del food ha assunto vari gusti e varie forme. Non considerando le varianti per la Pizza rotonda o a tranci. Passando per i gusti, tra idee classiche ad innovative con verdure, wurstel e patatine, panna, prosciutto e mais, salsiccia e friarielli, alle recenti versioni gourmet.

Ma… andiamo per step!

La Pizza fritta, contrariamente a quanto si crede, è la prima Pizza del mondo. Infatti all’inizio non tutti avevano forno e bancone per la Pizza, ma c’era un tavolo ed una piccola friggitrice in cui immergere un fagotto impastato sul tavolo della cucina. Gli ingredienti usati erano un pò a mo di svuota frigo, raccogliendo ciò che era buono. Solitamente la scelta ricadeva su cicoli e ricotta , poi ben avvolti in una pasta che diventa bollente perché fritta. Non resterà la sola, perchè come dimenticare la mitica idea della Pizza a portafoglio. Utile per un pranzo veloce e gustoso allo stesso tempo passeggiando nelle colorate vie di Napoli, per il primo forse unico street food tradizionale. Ma se la suddetta è uno sfizio da Fast Food. la Pizza fritta, adesso è una variante che non manca mai in nessun menù di molte Pizzerie.

Tutto per un tripudio di ingredienti che si mescolano all’avvolgente sapore della pasta.

Riuscendo nel tempo a diventare una prelibatezza, che ha iniziato classica, ma poi ha sperimentato nuovi gusti da intrecciare nella sua base, divenendo una protagonista dello street food.

Adesso viene da chiedersi ma come nasce la Pizza fritta? Ed è proprio un viaggio lungo da Storytelling del food.

Si inizia dalla pizza a otto venduta dai bassi…

La pizza fritta nasce in un momento per niente facile del popolo napoletano. Siamo negli anni immediatamente successivi alla Seconda guerra mondiale: un intero paese distrutto dai bombardamenti, pochi soldi e tanta fame. Persino una semplice Margherita era diventata un lusso. Ma la guerra non aveva portato via fantasia e creatività al popolo napoletano, e così i pizzaioli si inventarono un nuovo piatto che fosse economico, semplice da preparare, e naturalmente gustoso.

Così nacque la pizza fritta. Pasta per la pizza, riempita con ingredienti di fortuna, che veniva bagnata d’olio e fritta dalle donne in vista della vendita. Inizialmente fu nota con il nome di pizza a otto, perché le donne che la vendevano dai bassi invitavano i potenziali acquirenti a mangiare al momento il piatto per poi pagarlo dopo otto giorni. Iconica è la scena de L’oro di Napoli, in cui si vede Sofia Loren invita i passanti fuori al suo basso ad acquistare la pizza fritta, invitando i clienti a pagare entro otto giorni.

https://www.pinterest.ca/pin/360710251409625669/

…a una tradizione di street food in Italia

Con il passare del tempo la pizza fritta è uscita dai bassi di Napoli e dai confini della città per diffondersi in altri luoghi d’Italia. La versione classica è quella a forma di mezzaluna, con cicoli e ricotta, ma può cambiare volto a seconda delle fantasie degli chef e anche delle tradizioni locali. Ad esempio, ad Avellino la preparano aggiungendovi un tocco di menta e rosmarino, mentre a Catania è diffusa con formaggio e acciughe salate. Un’alternativa molto famosa è la Montanara fritta, dalla forma più rotonda e a base di pomodoro, provola, parmigiano e basilico.

https://pyles11584.blogspot.com/2021/08/davvero-31-fatti-su-pizza-fritta.html

In qualsiasi versione la pizza fritta è la protagonista indiscussa dello street food a Napoli e di un ampio storytelling del food in Italia. Semplice e gustosa è la soluzione perfetta da gustare in qualsiasi momento, per strada immergendosi nei sapori e nei colori della città, o a tavola in buona compagnia.

Chiara Peluso

Similar Posts

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *