La domenica a pranzo con la famiglia è uno dei motivi migliori per attivarci in un DiretTour, soprattutto perchè spesso variano i Ristoranti e si conoscono nuove interpretazioni di Cucina. Così siamo stati al Ristorante Farinoso a via Raffaele Morghen 36.

Per non vincolare il pranzo, si inizia con un antipasto da gusti e stili misti, con il con il comun denominatore dell’essenza ricercata nei sapori, anche se opposti. Infatti i gusti di terra e mare, anche se arrivano mischiati, non si ostacolano o contrastano, ANZI!

Per via delle chiamate al tavolo dai commensali. Ma bisogna dare fiducia piena al buon lavoro in cucina. Perchè, grazie anche alla bravura di chi del caso, si riesce a dare il giusto merito ai sapori, facendoli sempre ben distinguere e non disturbando.

Beh, leggendo la ricchezza del menù, molte voglie di gusti sono nate. Così ordiniamo, ma siamo in tanti, sperando che i gusti resteranno distinti e separati o che almeno non andassero in contrasto.

Era una vera e propria impresa perché, leggendo il menù e restandone estasiati, abbiamo scelto varie bontà , tra cui anche le tipiche fritte ma realizzate con leggerezza e soprattutto qualche gusto in più per la “crosta”, non sapesse troppo di olio, riuscendo a rendere tutto più leggero. Ma quando si tratta di pietanze di mare è quasi facile restare nei gusti leggeri, anche se fritti.
Beh, questa essenza richiama altra Tradizione napoletana come il frittura di terra, non puntando al tipico Fritto misto, ma chiedendo un qualcosa di più particolare e tipico, come il fiorillo di zucca, o meglio: “ O ciurill mbuttunato”realizzato in leggerezza, con poca essenza fritta ed anche l’imbottitura è leggera, in modo che non sia troppo ripieno e si possa apprezzare la freschezza e bontà della verdura ed anche del latticino usato per l’imbottitura. Questa pulisce e prepara la bocca, perchè lasciato per ultimo.

Così dopo questo antipasto misto tra tradizione ed idee gourmet è l’ora di passare al primo piatto e quest’ultime si confermeranno.

Infatti scegliamo Equilateri Farinoso: ” Guanciale croccante, pomodorini del piennolo del Vesuvio, vellutata di provola”. Già il nome del formato di Pasta, abbastanza inconsueto, fa capire che non si tratti di un piatto tipico, sia per ingredienti, che cottura, che appunto pasta, magari non tra i formati confezionati ma proveniente da qualche Pastificio. Già dimostrazione di bontà naturale.

Confermando così, la giusta commistione tra tradizione, vuoi per gusti e per Pasta fresca, e innovazione negli ingredienti, non tanto presi singolarmente, ma per via degli accostamenti. Che già faceva presagire, per via di qualche ingrediente che fosse necessario un gusto più vero anche della Pasta, come preferibilmente garantisce la fresca.

L’aspetto affascinante del piatto è quello di realizzare qualcosa di gourmet, proprio come capita per la Pizza, o almeno nuovo, accostando gusti tradizionali, riproposti in maniera innovativa. Infatti la provola come vellutata ammorbidisce pasta, tutti i vari ingredienti e sugo, ma soprattutto non fila. Quindi non ci sono preoccupazioni nella degustazione e ci è permesso apprezzare gli accostamenti di gusto intenso tra guanciale e pomodorino, che si uniscono. Quasi necessaria è la provola che deve rendere cremoso il tutto, ma soprattutto alleggerire il contrasto, facendo emergere l’affumicato del guanciale, leggermente mitizzato dalla vellutata che rende tutto ben cremoso.

Eugenio Fiorentino

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