Per tutti i Pasticcieri napoletani realizzare determinati dolci per tradizione dev’essere un qualcosa di scontato. Per cui tipicità come Babà, Pastiera ed altri quasi non fanno notizia quando realizzati bene o addirittura permettano di realizzare uno Storytelling del food.
Come è capitato a Salvatore Capparelli della Pasticceria Capparelli, in Via dei Tribunali 327.

Non a caso è diventato il Re del Babà! Grazie ad una passione divenuta mestiere e poi dedizione.
ricordante l’epoca di quando aveva solo quattordici anni e affiancava alla scuola il lavoro di garzone in una pasticceria del suo quartiere.
Successivamente, nel 1984, il Padre aprí un bar in via Carbonara, poi diventato anche pasticceria, in cui lavora fino al 2002, anno in cui decide di aprire una propria pasticceria nel centro storico di Napoli che inizia a gestire con la moglie, le due figlie.

Maturando esperienza raccoglie successi in giro sempre per e nella Pasticceria come quando ha ricevuto un premio per il contest ‘Un dolce per San Gennaro’, trionfando con la creazione  Stai sciolto scelta ufficialmente come dolce del Santo Patrono di Napoli, che ne era ancora sprovvisto. Realizzando un dolce da forno a lunga conservazione e da viaggio, come richiedeva lo stesso concorso, alla gianduia e al profumo di limoni di Sorrento.

ma queste creazioni sono passeggere ciò che davvero conta è il Babà! Per Salvatore il Babà ha un grande valore. Non è un dolce come gli altri, ma quello al quale ormai è associata la Sua pasticceria in Italia e all’estero. Nel tempo ne ha realizzate diverse versioni, ma continua a tener fede ai segreti della centenaria ricetta tradizionale. Per questo lui ha preferito  definirlo ‘Babà Maxi’, viste le grosse dimensioni dell’impasto, frutto di una particolare lievitazione.
essendo un vero amante della tradizione, non abbandona mai la produzione dei dolci tipici napoletani. Perché a suo parere essi rappresentano la priorità della classe. Ma non solo perché bisogna anche essere al passo con i tempi e innovare. Non a caso ha fatto in modo che una cosa non escludesse l’altra, ad esempio farcendo i dolci tipici con gusti del tutto nuovi, oppure creando delle versioni take away dei dolci tradizionali come il babà oppure gli struffoli ‘nel bicchiere’, da mangiare mentre si passeggia tra i negozi o si visita Napoli Sotterranea.

Eugenio Fiorentino

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