Ispirata da uno degli ultimi DiretTour ho voluto approfondire cosa sia, o meglio cosa rappresenti il Caffè nella Città di Napoli e l’idea della Sua importanza che faccia da accompagnamento o meno al cibo, lungo il proprio Storytelling del food.

Infatti, che sia con cornetto a colazione o con biscotti o dolcini per il break pomeridiano, il cibo aiuta sempre, ma non è indispensabile.

Ecco perché il suo viaggio è tutto da scoprire, così iniziamo! Partendo dalle Sue origini, intorno al Medioevo siamo arrivati all’attuale duemila e passa.

Questo lasso di tempo ha fatto si che ormai si possa scegliere tra espresso, lungo, macchiato o ginseng.

Ma a Napoli O’ Ccafè vero nasce semplice e deve restare così, per essere importante!

A suo modo rappresenta una coccola, che non può assolutamente mancare per iniziare la giornata e nel corso di essa, tra una pausa e l’altra dal lavoro. Non è un semplice break o inizio di giornata.

Dopotutto il Caffè è “una cosa seria”!

In primis si tratta di un’abitudine sacra e sopraffina data dalle aromatiche note del suo sapore intenso. Ma la domanda sorge spontanea…

Come nacque questa passione per il caffè a Napoli e come si è diffusa nel corso del tempo?

Beh… Mettetevi comodi e gustatevi, neanche a farlo apposta, una “tazzulella ‘e café

https://lifeandstyle.expansion.mx/actualidad/2016/07/12/8-cosas-que-comemos-y-bebemos-que-nos-provocan-mal-olor

per rendere questo viaggio ancora più piacevole.

Tra Napoli e caffè si tratta di uno Storytelling del food da scintilla a primo gusto!

Nel tempo è diventato un amore da rapporto, anche se questa non è scoccata subito. É stata come il suo attuale bisogno nel corso della giornata, nel tempo diventa di un’importanza forte e intensa.

Fonti storiche ci dicono che arriva come bevanda, originaria dell’Oriente, che sarà poi portata per la prima volta nella Città partenopea nel 1614 da un Musicologo romano, Pietro della Valle.

Egli dopo un viaggio in Terra Santa apprese la ricetta per preparare il Caffè, per diffonderla poi in Città, ma all’inizio fu un flop totale! I cittadini non apprezzavano l’amara bevanda, dal sapore forte.

Beh… è un flop!

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Ma una seconda chance al Caffè venne data più di un secolo dopo dalla regina di Napoli, Maria Carolina D’Austria, che, tra le varie tradizioni della sua corte viennese da cui proveniva, introdusse nel regno Partenopeo la bevanda, molto apprezzata nella sua terra natia. Inizialmente si credeva che il caffè, per via del suo colore nero, portasse sfortuna, ma, nonostante ciò, questa volta i napoletani l’apprezzarono di più. Infatti, tra fine ‘700 e inizi ‘800 iniziarono ad aprire le prime caffetterie e si diffusero le figure dei caffettieri ambulanti, che lo servivano in tazza, accostandolo a latte o zucchero. In particolare, a Napoli veniva realizzato secondo il metodo della coccumella, facendo filtrare il caffè attraverso l’acqua bollente.

https://storienapoli.it/2021/05/21/storia-del-caffe-a-napoli/

Dunque, il caffè iniziava a diventare la scusa perfetta per dei momenti di aggregazione e spensieratezza. Lo storytelling del food del Caffè esplose durante l’Unità d’Italia, soprattutto grazie all’attività dello storico Gran Caffè Gambrinus, attualmente il più importante di Napoli, grazie al Suo Storytelling del food, da noi già raccontato.

https://grancaffegambrinus.com/quali-sono-i-caffe-storici-di-napoli/

Infatti per gustarlo bene, c’è una legge. Oltre tante mode…rigorosamente nella tazzina bollente in ceramica!

Ma come si beve oggi un buon caffè a Napoli? Da tradizione, per gustarne tutto il suo aroma, oltre la suddetta, ci sono altre “regole”.

Insieme al Caffè è da regola servito anche un bicchier d’acqua, da bere prima, in modo che in bocca non rimangano altri sapori che potrebbero guastare quello sopraffino del Caffè.

https://www.gulasana.com/project/tes-y-cafes/img_2284-2/

Chiara Peluso

 

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